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Fuga a est

“Le porte si aprono alle sue spalle. Qualcuno si è introdotto nello scompartimento. Alëŝa si gira: la donna è salita a Krasnojarsk, la straniera, è lei. In una mano ha un bicchiere avvolto in una rete di metallo argentato, nell’altra una sigaretta accesa…”
Dopo aver letto La Russia di Putin, di Anna Politkovskaja, la sorte del coscritto Alëŝa di Mosca costretto
alla chiamata alle armi, senza una destinazione conosciuta, mi ha subito catturato.

Cosa sarà di questo ragazzo solo e triste, in divisa, nei vagoni della Transiberiana?
La scrittura della Kerangal afferra il lettore fin dalla prime righe e lo trascina in questo viaggio con
palpitazioni a mille. Ogni figura, chilometro, paesaggio, è cesellato e fa scoprire il respiro dei
protagonisti.

In quegli scompartimenti carichi di passeggeri e militari, cibi, odori, spie, in prima classe c’è anche una
donna francese salita su quel treno per allontanarsi da un amore.

Due sconosciuti che sognano la fuga, nello sferragliare del treno si dipana una storia di orrori e umanità, di incontri che cambiano i destini… Cento pagine avvolgenti e cristalline. Da custodire e donare.

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