Alla fine di novembre 2020 Exòrma, che non sbaglia mai un colpo, ha pubblicato Mascaró, il capolavoro di Haroldo Conti, nell’eccellente traduzione di Marino Magliani e Riccardo Ferrazzi. Finora poco conosciuto, il romanzo, l’ultimo di Conti, era stato pubblicato in Argentina nel 1975: pochi mesi dopo, nel marzo del 1976 un colpo di stato portò al potere il generale Videla, che come è noto instaurò una feroce dittatura.
Haroldo Conti fu una delle prime vittime: nel mese di maggio un drappello di uomini armati entrò nella sua casa di Buenos Aires dove lo scrittore viveva con la moglie e due bambini. Conti fu sequestrato e da quel momento non ha più fatto ritorno: solo molti anni dopo, quando ormai il suo regime volgeva al termine, Videla accettò di parlare di Haroldo Conti e ammise che lo scrittore era morto, pur senza fornire dettagli. Tutto questo lo apprendiamo dalla prefazione di Gabriel Garcia Marquez, che di Conti fu amico e che si batté per avere sue notizie.
Uno scrittore desaparecido, dunque. Ma sbaglierebbe chi si aspettasse un romanzo apertamente politico: Mascaró è una storia picaresca, la storia di una raccogliticcia compagnia di sbandati che si improvvisano circensi e girano per le contrade più sperdute portando il loro spettacolo alle popolazioni miserabili e rassegnate. Ed è questo l’aspetto sovversivo che ha fatto drizzare le orecchie ai militari argentini: l’idea che basti una compagnia di guitti, per quanto scalcinata, a risvegliare la curiosità, la voglia di vivere e di conoscere anche tra la gente più isolata e marginale.
Siamo ad Arenales, una località lungo la costa; più precisamente siamo dentro un locale, una bettola, dove diverse persone mangiano e bevono e un’orchestrina suona. È arrivata una nave un po’ malmessa, il Mañana, e l’equipaggio è sceso a terra per ristorarsi.
Ed ecco che un giovane chiamato Oreste sente il richiamo del viaggio, dell’avventura, e si imbarca. Ha inizio così un’avventura rocambolesca, che lo porterà, insieme a improbabili compagni di viaggio, ad attraversare il mare in tempesta e una terra ingrata e polverosa: seguendo l’estro del leggendario Principe Patagón, daranno vita a una compagnia di artisti girovaghi, rileveranno un vecchio circo in disarmo e gireranno tra i villaggi dell’interno portando un soffio di novità e di voglia di vivere.
Ricco di figure indimenticabili, come lo stesso Principe, il nano Perinola, il leone Budinetto, la grassa e sensuale Sonia, e naturalmente il cavalier Mascaró, il romanzo è tutto un susseguirsi di trovate e invenzioni, ma l’apparente leggerezza non induca in errore: la repressione è in agguato, il libero pensiero, l’arte, la creazione sono invisi a chi comanda.