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Tra merende di una volta e Cinquecento scassate

Con Endecascivoli, uscito da pochissimo per Miraggi editore, Patrizio Zurru ci regala un piccolo libro affascinante e insolito. Insolito per il titolo, che evoca la musicalità della prosa e la scivolosità di certi ricordi, insolito per la struttura, 65 brevi racconti, insolito per la veste grafica, che prevede per ogni racconto un riquadro bianco nel quale il lettore può, se vuole, aggiungere pensieri, disegni, immagini. 

Difficile riassumere il contenuto dei 65 racconti, ma direi che in sostanza gravitano intorno ad alcuni temi: la famiglia, con tanto di nonni, zii e zie stravaganti e inconfondibilmente sardi; l’infanzia, con fette di pane imburrate e zuccherate per merenda, calzoncini corti e mandorle da sgusciare; adolescenza e giovinezza in viaggi picareschi con una Cinquecento un po’ scassata, cibo in scatola, e audiocassette TDK, per non parlare delle canne.

C’è l’Iglesiente, con la bella cittadina di Iglesias, con Carbonia, creata dal fascismo e le miniere del Sulcis, la polvere nera che pervade ogni cosa. E tanto tanto altro, personaggi bizzarri come l’uomo che recuperava spago usato e ne faceva gomitoli, o l’invalido che coltivava l’orto percorrendolo con una carrozzina a motore, fino a quando si schiantò in un fosso.

Ricordi, persone, episodi buffi o malinconici, ma sempre raccontati con grazia e umanità, e con un linguaggio che più musicale non si potrebbe.

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