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Quel giorno in cui doveva cominciare l’estate

E’ un esile e bellissimo libro autobiografico, quello di Iole Troccoli, eccellente poetessa fiorentina che riflette in queste pagine sulla figura dell’amatissima sorella pittrice, tragicamente scomparsa.

Raramente capita di imbattersi in una narrazione così coinvolgente e tesa, la cui struttura a spirale riporta sempre al centro (che è, nel caso di questa figura, l’inizio e la fine, come ben sa chi si intende di geometria), cioè al giorno dell’evento luttuoso e imprevedibile.

Da esso si diparte il racconto verso il futuro (i giorni , i mesi, gli anni successivi, il nostro presente) e il passato (i mesi precedenti, ma soprattutto l’infanzia e l’adolescenza delle due sorelle).

Ma sempre, sempre, l’attenzione della narratrice torna a quell’attimo cristallizzato, all’intuizione imprevista e turbatrice che spezza una tranquilla serata di inizio estate (“Tutto è compiuto” è la frase che balena nella mente di Iole, la stessa che il Cristo pronuncia sulla croce immediatamente prima di morire) e allo squillo del telefono che segna l’inizio dell’evento irredimibile.

Difficile per ognuno, parlare del momento in cui la vita si spezza per poi faticosamente ricostruirsi su nuove basi, così come muta di conseguenza anche la propria arte, il proprio modo di fare poesia

Eppure l’autrice riesce a proporci un testo stilisticamente irreprensibile, con l’uso di un linguaggio colloquiale, familiare,  come è quello pertinente a un dialogo con la sorella (così presente pur nella sua assenza) che si arricchisce della splendida tavolozza delle metafore e di altre figure retoriche che ne esaltano la profondità sul piano della connotazione, dei significati accessori, cioè, che le espressioni assumono, portandoci dal piano meramente narrativo a quello emotivo. 

Se La notte delle stelle è insieme la narrazione di un evento, una confessione e una richiesta di perdono, è anche una meditazione sulla fragilità di noi tutti, che tutti coinvolge. Il mondo che sentiamo solido intorno a noi, entro cui di solito camminiamo sicuri, è labile. Forse è solo un sogno destinato a dissolversi alle prime luci dell’alba.

Peraltro, in questo caso, il libro di Iole possiede anche un’altra valenza, quella di cartina di tornasole per interpretare la sua poesia, a esplicitare le sue splendide metafore, a ricostruire il nesso tra tessuto poetico e “vissuto”.

Basta leggere alcune poesie del suo ultimo e bellissimo Torneremo agli alberi per esserne certi…

Il libro: Iole Troccoli, La notte delle stelle, Scatole Parlanti editrice

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2 commenti su “Quel giorno in cui doveva cominciare l’estate”

  1. Complimenti al recensore per la delicata presentazione del libro della scrittrice e poetessa Iole Troccoli. Conosco la bellezza dei suoi versi sempre profondamente sinceri. La sua narrazione in versi rivela l’esigenza di esprimere quello che sente non soltanto per sé stessa ma per condividere le sue emozioni con chi legge, per far partecipare il lettore ai suoi stati d’animo. E soltanto la poesia che esce dal cuore ci riesce. Mi riprometto di leggere il libro, sicura di incontrare altra bellezza. Grazie.

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