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La speranza oltre la cronaca nera

“Giustizia riparativa” è una locuzione ostica, conosciuta solo dagli addetti ai lavori, ma per Lucia Aterini, giornalista de Il Tirreno ed autrice del libro La goccia che apre le ombre (edizioni Lef), si è trasformata in una realtà vivida.

In un viaggio nei misteri dell’animo umano, nella forza di due donne capaci di andare oltre il dolore e una tragedia vissuta da sponde opposte ma che le ha unite, una diventata vedova, l’altra mamma dell’assassino del marito della prima.

Claudia ed Irene sono le protagoniste di una storia vera – scaturita da un omicidio assurdo nella primavera del 2011 , quando nel grossetano un ragazzo di 18 anni uccise un carabiniere: un percorso difficile e doloroso che è approdato alla speranza e alla riconciliazione, perché hanno rifiutato di rimanere ostaggi del rancore e della vendetta. Del passato.

Aterini parla di Bene e Male, li scrive così con la maiuscola, di cambiamenti che hanno coinvolto anche lei come narratrice, di un incontro di due donne nato senza alcun sostegno o cornice istituzionale e spesso contrastato da chi era loro vicino ma incapace di accettare una cosa ancora più sconvolgente del perdono.

“Ci siamo accolte e protette a vicenda per non annegare entrambe – raccontano Claudia e Irene – Il nostro mondo è troppo arrabbiato, nessuno ascolta più l’altro e noi ci sentiamo di spandere piccole e misere gocce di luce”

Il racconto è arricchito dai contributi di Gherardo Colombo, del vice presidente di Libera Daniela Marcone e di don Mazzi.

Matteo, assassino a 18 anni, si sta costruendo una nuova vita nella comunità di don Mazzi ed ha studiato e si è diplomato e laureato. La “giustizia riparativa – quella per capirsi che in Sud Africa ha visto protagonista Desmond Tutu con le vittime e i carnefici dell’apartheid attraverso la Commissione per la verità e la riconciliazione – in fondo è basata sulla capacità di specchiarsi nell’altro e Claudia Francardi e Irene Sisi lo hanno fatto.

Un libro non facile, quello di Lucia Aterini, ma neppure bene e male lo sono. 

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