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Con Tiziano Fratus poesie e fiori di ciliegio

Ci sono boschi e ci sono uomini, ci sono sentieri e ci sono passi. C’è questa cosa inqualificabile che chiamiamo vita…

Bastano le prime parole per capire che i “sentieri” di Tiziano Fratus portano lontano, anche dai luoghi comuni, mentre le poesie che scrive prendono la forma delle sue amate foglie.

Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio, appena edito da Aboca, è molto più della summa del pensiero di Tiziano Fratus, il “cercatore di alberi”, l’uomo e scrittore diventato famoso per le meditazioni nei boschi, per l’instancabile opera di divulgatore della cura del pianeta, ma anche semplicemente dell’angolo di città in cui camminiamo. Il libro è un invito a pensare ai nostri stili di vita, ai gesti che ogni giorno possono consumare risorse ed ambiente, a cambiare la prospettiva antropocentrica ed egoistica.

Allo stesso tempo è un viaggio nell’universo di Fratus, negli echi innescati dalle sue riflessioni, nella laica religione dell’unione tra uomo e natura – che è molto più che l’ecologismo pret a porter, della moda dei libri di viaggio, “esperenziali”, delle fughe alla Into the wild, che anzi lui irride – nelle sue provocazioni gentili: Fate, fate, fate!, dice a proposito del cambiamento climatico.

Noi siamo figli della mente ma anche di questo pianeta, siamo natura in mezzo a natura. Non dimentichiamolo, sottolinea Fratus e non c’è bisogno di seguirlo nelle sue meditazioni zen, di essere d’accordo con quella che lui chiama dendrosofia – dal greco dendron, albero, e sophia, conoscenza – per apprezzare questi testi e la necessità non più rinviabile di rivoluzionare consumi e produzioni, di smettere di mangiare suolo e cementificare anche i fiumi.

Il camminatore-scrittore non è un guru, semmai un accompagnatore, rifugge dagli intellettualismi, scrive in modo lineare anche se a volte si lascia prendere dal lirismo, le sue poesie disegnate come le foglie non disdegnano il sesso, il desiderio – Fratus non è e non vuole essere un monaco staccato dal mondo, isolato su qualche roccia, pur amando gli asceti e le loro opere – e fanno parlare la luna e le stagioni, ma tratteggiano anche piccole storie di paese, uguali nella bergamasca dove è nato come in ogni regione d’Italia.

Lasciano semi che magari con il tempo daranno i loro frutti. I Sogni sono un piccolo grande gioiello, arricchito da “note a margine” da leggere e rileggere tra culture, autori, paesi, musiche, epoche diverse. Perché, come scrive Issa Kobayashi nel suo celebre haiku, scelto da Tiziano Fratus per aprire il libro: all’ombra dei fiori di ciliegio/non ci sono/stranieri.

Soundtrack: David Sylvian & Ryuichi Sakamato, Forbidden colours

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