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Gesù raccontato ai bambini capitalisti

Finalmente è stato scritto e per fortuna l’ha fatto Gérard Thomas, uno dei miei autori preferiti. Con la sua scrittura cristallina ed avvincente, lo sguardo laico e possibilista, in Gesù raccontato ai bambini capitalisti (edizioni Clichy) Thomas affronta la storia delle storie, quella di Gesù. E soprattutto ce ne ricorda il messaggio potente e rivoluzionario, conducendoci per mano fino all’ultimo rigo ed aiutandoci a ritrovarlo, in mezzo a tutto quello che ci è stato costruito sopra a partire da Paolo di Tarso, la Chiesa e i poteri forti.

Messaggio che rivolge a tutti noi, che siamo dei bambini capitalisti, che viviamo nel particolarismo e nel conformismo, in continua ricerca di soddisfazione dei nostri spasmodici interessi personali, assuefatti ai messaggi promozionali e di immediata comprensione, disabituati agli approfondimenti che richiederebbero un minimo di sforzo critico, pratici dell’usa e getta di cose e persone, campioni di slogan da social acchiappa mi piace e follower; noi che crediamo di vivere nel centro del mondo, dimentichi dell’altro, delle sue sensibilità e con gli occhi e gli orecchi chiusi di fronte al grido di chi chiede aiuto, dignità, ascolto, e di chi ci sta accanto. 

Che Gesù sia esistito davvero o sia solo pura invenzione non è importante; quello che sappiamo è che questa storia è stata raccontata, arricchita, modificata per secoli – come altre di cui non si ha evidenza storica – e che ha avuto conseguenze enormi sulla vita di tantissime persone. Per questo vale la pena riscoprirla facendo breccia tra gli orpelli, tra i racconti “non ufficiali” per recuperare il messaggio, che poi è sempre stato lì, sotto gli occhi di tutti. Per farlo bisogna avere pazienza, occhi allenati a vedere il vero, riconoscere ciò che serve e una certa onestà intellettuale, sconosciuta ai più, che fa vedere qualcosa di diverso da quello a cui magari si era affezionati.

Ed è questo che Thomas ci offre: togliere il velo sugli occhi, accogliere il messaggio d’amore e possibilmente metterlo in pratica. Quindi non diventare adulti capitalisti. Bello eh?

In questa storia ci sono tanti personaggi meravigliosi oltre a Gesù: Maria, Giuseppe, Maria Maddalena e Giovanni Battista che emergono con le loro particolarità, debolezze, inclinazioni e diventano concreti e affascinanti come lo sono certe persone che conosciamo o certi attori nei film. E’ una storia dunque ricca di umanità, nel senso della moltitudine – perché si parla di tante persone – ma anche nel senso fisico del termine perché quando l’autore ci tratteggia i personaggi, e su tutti il protagonista, ci permette di stargli vicino, di sentirne le vibrazioni, di osservare i tratti del volto come se fossero davvero accanto a noi.

E se la figura di Gesù ha suscitato in me un richiamo fortissimo, forse quello di cui ho sentito la presa forte al cuore è Giovanni Battista, con il suo urlo di denuncia, la ribellione, la passione e infine la sua follia. Un uomo che dopo aver assolto al suo servizio – preparare il terreno al Messia – alla fine resta imbrigliato nella rete della conoscenza, che spesso fa rima con solitudine, e del fuoco che prende il sopravvento sul suo animo così sensibile.

Forse saranno questi tempi così difficili, in cui più volte mi sono detta che ho davvero così poco da perdere che non ho più alibi per non gridare anche io al mondo, basta! Ma non vedete? Non sentite? Chi credete di essere? Cos’altro volete? Tempi in cui ci sarebbe ancora più bisogno di stare vicini, di individuare quel filo rosso che è la coscienza, la verità, il giusto che tutto pervade.

Risuonano in me le parole scelte da Thomas: «Giovanni è un cavaliere che combatte il drago che è la certezza grassa degli uomini di essere nel bene e nel giusto, la loro soddisfazione per ciò che hanno, la loro tranquilla capacità di vivere mentre altri intorno soffrono e muoiono, il possesso, la ricchezza, l’avere che viene prima dell’essere, la mancanza di pietà». Ed il male dunque per Giovanni è «l’invidia e la prevaricazione e l’avidità e lo sfruttamento e il potere». 

Malgrado queste ed altre parole vigorose, tutta la narrazione sottende ad un tono delicato, mai inopportuno, con uno stile più dolce di altri suoi scritti (Cento motivi per essere di sinistra, Il comunismo spiegato ai bambini capitalisti), forse per il tema affrontato, forse per una ritrovata fiducia verso l’essere umano oppure per una nuova visione sbocciata dal magico convergere di testa e cuore.

E’ una storia dolce, crudele, molto umana, ma anche intrisa di verità e di forza, che poi è la forza dell’amore. E mi auguro che venga letta da più persone possibile, affinché capiscano, si lascino accompagnare e persuadere a ritrovare il sole, anche se è stato nascosto dalla luna.

Grazie Gérard Thomas, il tuo è proprio uno di quegli atti pacifici altamente rivoluzionari che possono salvare il mondo e che mi piacciono tanto.

Soundtrack: Tutto The Dark Side of the Moon, Pink Floyd. E se proprio non avete tempo, almeno Eclipse.

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